Piero Delucca
Ha studiato Letteratura a Fotografia al Dams di Bologna. I suoi lavori
degli ultimi anni esprimono una progettualità legata ad un'idea
"relazionale" e "performativa" del materiale fotografico, in cui hanno
risalto struttura narrativa e testualità (Il tecnico del dialogo,
1995, Continental breakfast, 1999 e Un cerchio comune, 2000).
Ha approfondito il suo interesse per una fotografia
"smaterializzata", lontana da una dimensione narcisistica ed
espositiva, in una direzione che tende sempre più a sondare
territori extra-artistici. Da sempre ha affiancato alla fotografia
la pratica della scrittura come approfondimento. Nel corso del tempo
ha unito all'attività di fotografo quella di ideatore di progetti
espositivi per la Galleria dell'Immagine di Rimini sulla Fotografia
Italiana ed Europea. È tra i fondatori di Silverbook Produzioni e
del progetto d’identità territoriale Lungofiume Project (Fiume
Marecchia, Rimini). Ha curato la mostra Altri Luoghi, Riccione 1992
e per Silver Books Edizioni le collane “Quaderni di Lang”, Quaderni
di Lang/Derive e“Silver e-books”. Ha contribuito a stilare “Il
manifesto della nuova documentazione” per Silverbook Produzioni,
“Manifesto” che tende a definire modalità di lavoro in cui
confluiscono “interiorità” ed “esteriorità” avendo ben chiara la
questione che è l’interiorità” (con tutte le sue fluidità e le sue
indeterminazioni) a dettare le regole di lettura del “reale” che in
sé non è mai definito una volta per tutte.
PROGETTI
“Archivio dello spazio”, Milano, 1994-1997, a cura di Roberta
Valtorta e Achille Sacconi
MOSTRE (Selezione)
1989 “L’insistenza dello sguardo” AA.VV., a cura di I. Zannier e P.
Costantini, Venezia
1990 “Fotografia Italiana anni '90”, AA.VV., Fondazione Corrente,
Milano
1992 “Altri luoghi”, AA.VV., Palazzo del Turismo, Riccione
1998 “Pagine di fotografia italiana 1900-1998”, AA.VV., a cura di
Roberta Valtorta, Galleria Gottardo, Lugano
2000 “Camere senza tempo”, a cura di Angela Madesani, Treviglio
2018 “Oltre I luoghi”, AA.VV, Ala nuova, Museo della Città,
Rimini
2019 “A time to Resume”, AA.VV, Ala nuova, Museo della Città, Rimini
PUBBLICAZIONI (selezione)
“Technicon Diagnostics”, Silver Books Edizioni, 1992
“Il tecnico del dialogo”, Silver Books Edizioni, 1995
Altri luoghi, AA.VV., Riccione, 1992
“Intensive”, sito web e cd-rom, Silver Books Edizioni, 1996
“Web resume, cd-rom”, Silver e-books Edizioni, 2003
“Lungofiume Luogo d’anime”, Silver Book Edizioni, 2016.
“Oltre I luoghi AA.VV”, Editrice Quinlan, 2018
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DOPPIO ZERO, 2012-2017
Un libero attraversamento dell'immaginario "scientifico". Dove "
l'intelligenza naturale" interagisce con l'iconografia tecnica.
DON'T CLEAN UP THE BLOOD, 2001-2002
Nuda vita. Il titolo si rifà alle scritte presenti sui muri della
scuola Diaz durante i fatti del G8 di Genova del 2001. Allude alla
necessità di non cancellare le tracce degli eventi successi. Le
immagini sono campionature da registrazioni di "sorveglianza" o
documentazione reportagistica anni '50 e' 60. Una sorta di nostra
Golden Age. Tracce e impronte come Fotografia.
LE VIE MODERNE, 2009
Una "diversa" narrazione su fatti e persone vicini e lontani nello
spazio- tempo. Costruita secondo i canoni di una "nuova
documentazione”.
LUNGOFIUME LUOGO D'ANIME, 2014
Lungofiume luogo d’anime è un progetto editoriale che racchiude al suo
interno le sequenze fotografiche di quattro autori (P.Delucca, D.Lisi
e F.Marchetti) realizzate nei territori della Valmarecchia, dalla
fonte alla foce del Fiume omonimo Marecchia (Emilia Romagna).
L’intento, nella sua essenza, è quello di partire dalla conoscenza
della realtà del luogo per incontrare l’idea che lascia nella mente
del visitatore (quasi alla maniera di Paolo Conte “…Genova per noi è
un’idea come un’altra…”); ognuno degli autori, con il suo lavoro,
esprime in termini di immagini quanto suggeritogli dal paesaggio,
dall’architettura e dalla gente che abita quei luoghi e li
determina. Nulla di naturalistico, né di documentaristico, ma
piuttosto l’inseguimento di suggestioni mentali espresse in immagini
capaci, nella loro autonomia, di rappresentare essenze riconducibili
ad un’idea, ad un concetto, ad un simbolo, oppure solo ad uno stato
di cose libero da ogni suggestione formale ripetitiva e
stereotipata.
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