Daniele Lisi
Dopo gli studi di Visual e Motion Design presso l’Accademia di Belle
Arti di Urbino Fotografia presso l’Università IUAV di Venezia con il
fotografo G.Guidi, dal 2009 si occupa di Fotografia ed Editoria, con
un’attenzione particolare alla cultura dell’immagine contemporanea.
Lavora come Fotografo professionista per aziende private e committenti
pubblici, occupandosi anche di editoria per l’Architettura,
l’Archeologia Industriale e le Arti Visive. Attraverso un metodo
progettuale integrato ha collaborazioni aperte con Studi di
Comunicazione, Designer Architetti e Liberi professionisti attivi nei
campi studio del Paesaggio, della Comunicazione visiva e del Design.
È tra i fondatori di Silverbook Produzioni e co-fondatore del
progetto d’identità territoriale
Lungofiume Project
(Fiume Marecchia, Rimini), assieme alla designer Ilaria Montanari.
Dal 2012 al 2015 è stato Content Editor per la sezione OFF del
festival internazionale di Fotografia “SI Fest” di Savignano sul
Rubicone.
ELENCO MOSTRE (Selezione)
2019 “A time to Resume AA.VV, Ala nuova, Museo della Città di
Rimini
2018 “Minute”, a cura di Silverbook Produzioni, Galleria S.Croce,
Cattolica
2017 “Fahrenheit 39 Art Book Fair”, Arteficerie Almagià, Ravenna
2017 “Oltre i luoghi”, AA.VV, a cura di Silverbook Produzioni, Museo
della Città, Rimini
2016 “Lungofiume Project”, AA.VV, a cura di Silverbook Produzioni,
Museo della Città, Rimini
2016 “Lungofiume luogo d’anime”, AA.VV, Galleria SP3, Treviso
2015 “Morphine Experience”, AA.VV, Ala nuova, Museo della Città,
Rimini
2015 “Sono stato lì, F4 Un’idea di Fotografia”, a cura di Stefano
Munarin e Andrea Petroldeo, Villa
Brandolini, Treviso, Osservatorio Fotografico, Ravenna
2015 “Cluster New Jersey Counties”, Chiostri di S.Domenico, Festival
di Fotografia Europea, Reggio Emilia
2014 “Lungofiume luogo d’anime”, Atlante Italiano, SI Fest 23,
Savignano sul Rubicone
2013 “Il volto è l’altro, l’altro siamo noi” a cura di Natascia
Soannini, Musei comunali Rimini
2012 “Anteprima “Il volto è l’altro, l’altro siamo noi” a cura di
Natascia Soannini, Spazio Duomo, Rimini
2010 “Pasta di Romagna - impronte di fabbrica”, Galleria S.Croce,
Cattolica
2010, Pasta di Romagna Impronte di Fabbrica, Galleria S.Croce,
Cattolica
2008 “Turismi” AA.VV, a cura di Gigliola Foschi, Villa Mussolini,
Riccione
2008 “Architettura Informale”, Galleria dell’Immagine, Rimini
ELENCO PUBBLICAZIONI (selezione)
Turismi, AA.VV, Silverbooks Edizioni, 2008
Pasta di Romagna Impronte di Fabbrica, PPV, 2010
Lungofiume Concept album, Silverbooks Edizioni, 2014
Cluster Concept album, Silverbook Produzioni, 2015
Lungofiume Luogo d’anime, Silverbook Produzioni, 2016
Oltre I luoghi AA.VV, Editrice Quinlan, 2018
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CLUSTER, 2012
“Si costruisce mentre si vive e si vive mentre si costruisce: la
domanda di architettura e quella di urbanistica nascono insieme, al
punto che un essere “naturale” dell’uomo risulta introvabile:
l’umano.” F. Riva (a cura di), Leggere la città, 2013.
Giorgio Conti, Edificare e narrare si con-fondono?, in
catalogo Fotografia Europea
“Effetto terra”, pp.95-97, Silvana Editoriale, 2015
Cluster - New Jersey Counties è un progetto-studio sull’ambiente
urbano delle contee di Bergen, Passaic, Essex e Hudson del New
Jersey U.S.A. e le connessioni sociali e culturali che determinano
la vita e lo sviluppo dei grandi centri sub-urbani americani. Il
lavoro è diviso in due capitoli con un primo studio guidato da
immagini che ritraggono incroci di lunghe vie deserte nel ore
notturne. Un ambiente che potremmo definire “Spazio fisico” (Hanry
Lefavbre la trialettica dello spazio).
Il secondo capitolo mostra, attraverso l’elaborazione di mappe 3D e
immagini satellitari gli stessi luoghi descritti nel primo capitolo,
qui sottoposti ad una scomposizione degli elementi primari che
costituiscono il paesaggio urbano un tempo occupato da colline e
paludi.
Case, giardini, campi da football, automobili e piscine, diventano
così miniature parte di minuscoli diorami, catalogate, numerate e
presentate su 18 tavole fotografiche che riflettono, in diversa
maniera i rapporti sociali e culturali che generano e allo stesso
tempo determinano questi luoghi, dove la bandiera americana issata
ogni mattina, l’automobile parcheggiata a fronte strada, la casa o
il villino con piscina, un giardino imponente o uno più discreto,
rivelano senza indugi uno status sociale definito.
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LUNGOFIUME LUOGO D'ANIME, 2014
Lungofiume luogo d’anime è un progetto editoriale che racchiude al suo
interno le sequenze fotografiche di quattro autori (Piero Delucca,
Daniele Lisi e Flavio Marchetti) realizzate nei territori della
Valmarecchia, dalla fonte alla foce del Fiume Marecchia
(Emilia–Romagna).
L’intento, nella sua essenza, è quello di partire dalla conoscenza
della realtà del luogo per incontrare l’idea che lascia nella mente
del visitatore (quasi alla maniera di Paolo Conte “…Genova per noi è
un’idea come un’altra…”); ognuno degli autori, con il suo lavoro,
esprime in termini di immagini quanto suggeritogli dal paesaggio,
dall’architettura e dalla gente che abita quei luoghi e li
determina. Nulla di naturalistico, né di documentaristico, ma
piuttosto l’inseguimento di suggestioni mentali espresse in immagini
capaci, nella loro autonomia, di rappresentare essenze riconducibili
ad un’idea, ad un concetto, ad un simbolo, oppure solo ad uno stato
di cose libero da ogni suggestione formale ripetitiva e
stereotipata.
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MINUTE, 2019
Minute è un progetto espositivo che per questa occasione ha coinvolto
il cacciatore di UFO locale Quinto Narducci. Minute raccoglie un work
in progress che porterà alla realizzazione compiuta di un nuovo
lavoro.
Contiene gli appunti, gli stralci intermedi, una nuova declinazione
di ciò che SBP definisce come “nuova documentazione”. In sintesi
“smaterializzazione mentale” dei luoghi e della coerenza temporale.
Il rincorrere consapevole dell’apparente non sense o della libera
forma, tra fluidità e indeterminazione, ha condotto alla
collaborazione anche con Quinto Narducci, che astrae il piano reale
verso piattaforme “cosmiche”. Nel medesimo territorio che ci unisce,
l'universo.
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SHIPROCK, 2018
“This is the place - Shiprock serie 1998-2016” è un progetto sulle
“Photodicerie”, ma è anche un lavoro sui luoghi e un luogo specifico
(“Shiprock” New Mexico, U.S.A.) in relazione alla sua rappresentazione
digitale.
Servendosi di immagini acquisite da mappe digitali e geo-render, il
lavoro si ispira alla più nota delle leggende Navajo che
accompagnano Shiprock “roccia a forma di nave”: Il mito narra che la
montagna fu inizialmente un pezzo di terra tramutatasi in uccello,
che trasportò sul proprio dorso il popolo ancestrale dei Navajo in
questa regione. Al tramonto di quello stesso giorno, l’enorme
creatura si trasformò in pietra e fu così che la tribù dei Navajo si
stabilì sulla cima di questa montagna. Un evento in particolare
determinò la sacralità del luogo quando la cima della roccia fu
inaspettatamente colpita da un fulmine, che nell’impatto scagliò via
l’intera tribù. Oggi il popolo dei Navajo ne proibisce l’accesso in
vetta per preservare lo spirito di coloro che ancora la “abitano”,
ed è considerata terreno sacro.
Il lavoro va alla ricerca delle presunte tracce lasciate dagli
avvenimenti sopra citati, utilizzando software quali Planet e Google
Earth come chiave di volta per un linguaggio iper-descrittivo,
utilizzato in larga misura anche dai siti web home made più
disparati che trattano teorie e leggende popolari.
Il soggetto reale dell’immagine si con-fonde con la “sporcizia
digitale”, il glitch, l’interferenza e l’errore fotografico,
generato dalla naturale evoluzione del medium tecnologico e che
proprio per questa ragione stimola un senso di *pareidolia continuo,
che “guida” alla ricerca di una forma a noi conosciuta, che possa
dar senso a ciò che in apparenza non lo ha.
*È la tendenza istintiva e automatica a trovare strutture ordinate
e forme familiari in immagini disordinate; l'associazione si
manifesta in special modo verso le figure e i volti umani.
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Gotham PKWY, 2012
Gotham PKWY è una strada commerciale privata situata nella contea di
Carlstadt nello stato del New Jersey, dove la frenesia dei traffici
commerciali infrasettimanali si spezza nei giorni festivi, lasciando
spazio al silenzio, con la sola eccezione del “rumore” generato dal
passaggio sporadico di poche auto, che a contatto con l’asfalto
generano un suono di prossimità e lontananza costante nel tempo.
Il progetto installativo vede l’utilizzo di bitume disposto sul
pavimento a simulazione del manto stradale. Un’immagine fotografica
dello stesso elemento materico poi è disposta al centro
dell’installazione, con una traccia sonora in esecuzione ad effetto
doppler che accompagna lo spettatore.
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